Ticinoperbambini
Domande al Pediatra

Fino a che altitudine posso portare il mio bebè? Posso viaggiare con il mio bebè in aereo?



Per i soggiorni in montagna, si consiglia di non superare i 2000 per neonati e lattanti fino al 1° anno di vita.
Questa é una misura prudenziale estrapolata dalla letteratura internazionale che ha studiato molto in dettaglio le patologie degli adulti legate alle alte quote. Sui più piccoli gli studi sono scarsi ma ritengo che il limite di 2000 m sia ragionevole oltre che quello suggerito dalla maggior parte dagli esperti (alcuni parlano di 2400-2500 m).

Questo consiglio vale per i nostri bimbi che vivono in pianura o in collina, non per quelle popolazioni che vivono stabilmente ad alte quote perché i neonati già in utero si sono adattati ad una concentrazione inferiore di ossigeno nell’aria. Anche la salita verso i 2000 metri dovrebbe avvenire per tappe, facendo, se in auto, delle piccole soste, evitando funivie con alti dislivelli. In questo modo é anche possibile valicare passi alpini che superano questa quota perché sono passaggi temporanei di breve durata ; sconsigliato é pernottare ad altitudini più alte.

I sintomi possono essere quelli del mal di montagna come disturbi del sonno, dell’appetito, nausea, vomito, agitazione , cefalea o quelli più gravi, per fortuna meno frequenti, dell’edema polmonare con gravi difficoltà respiratorie e dell’edema cerebrale con alterazione dello stato di coscienza fino al coma. Queste sintomatologie compaiono generalmente entro 4-24 dall’arrivo in altitudine. I sintomi più gravi compaiono in genere ad altezze di oltre 3000 m.

Il consiglio prudente di non soggiornare a quote superiori ai 2000 è giustificato anche dal fatto che qualunque viaggio in un ambiente diverso dalla routine quotidiana può causare , durante i primi giorni sintomi , sintomi come alterazione del ritmo del sonno e/o dell’appetito e un pò di nervosismo. Se si è ad alta quota può quindi risultare difficile attribuirne la causa.

Lo stesso vale per lattanti con infezioni delle vie aeree superiori o intestinali. In questo caso è meglio restare a casa o almeno farli visitare dal pediatra curante. Un parere medico è necessario prima dalla partenza per bimbi con malattie polmonari o cardiache  note.

Un disturbo meno grave ma più frequente legato a brusche variazioni di quota è il mal d’orecchio. È dovuto alla mancanza di compensazione della differenza di pressione tra la parte esterna e quella interna del timpano. Noi adulti prima del dolore percepiamo la sensazione di « orecchio chiuso », i piccoli si manifestano con un pianto improvviso apparentemente senza causa. Per prevenire questo disturbo è utile stimolare la deglutizione offrendo il seno (non tanto compatibile con le norme di sicurezza stradali), il succhiotto o il biberon e facendo piccole soste. Da non dimenticare i pericoli non legati all’altitudine in sé ma all’esposizione al freddo (congelamenti) o al sole ( ustioni e colpi di calore).

Il viaggio in aereo per neonati e lattanti è sicuro. La pressurizzazione garantisce una concentrazione di ossigeno come a circa 2000 metri anche se in effetti l’aereo sta volando a quote superiori. Basandosi sulla fisiologia un neonato sano potrebbe prendere l’aereo già il primo giorno di vita : per prudenza si consiglia di aspettare una settimana per essere sicuri che il neonato sia veramente sano. Molte compagnie aeree si sono adeguate e prevedono un’età minima di 7 giorni. Salendo rapidamente in quota i fastidi o dolori alle orecchie sono abbastanza frequenti e la prevenzione è la stessa descritta sopra.
Per i neonati con infezioni delle vie aeree superiori e i bimbi nati prematuri prima delle 32 settimane di gestazione è sconsigliato volare per i primi sei mesi. Si consiglia inoltre per tutti i neonati e lattanti di non effettuare voli lunghi (extraeuropei) per il primo anno di vita.

Prima di pianificare una vacanza o un viaggio bisogna pensare anche ai più piccoli che non necessariamente hanno bisogno come noi adulti di un’avventura da ricordare tutta la vita ma di mantenere il loro ritmo di sonno, pasti e abitudini. Bisogna usare solo il buon senso e tutto sarà più piacevole, per i piccolissimi e per i genitori. In caso di dubbi non esitate a parlarne con il vostro pediatra di famiglia.

 
Dr. Mauro Riavis Caposervizio di neonatologia Ospedale Regionale di Bellinzona e Valli e Ospedale Beata Vergine Mendrisio